La sezione di Pontedera, a distanza di pochissimo tempo dalla visita di Mimmo Celi, riceve un altro ospite illustre per la sua storia arbitrale, per le sue note conoscenze tecniche e per il suo lungimirante e carismatico modo di rivolgersi all’interlocutore, che stasera era una platea gremita di giovani ragazzi: Matteo Simone Trefoloni, al terzo anno “Capitano” della Toscana (parlo di Capitano per il suo pensare all’arbitraggio come una squadra, in cui, tutti i giocatori, coadiuvandosi l’uno con l’altro, riescono a ottenere grandi successi), ha presieduto la Riunione Tecnica Obbligatoria assieme al Vicepresidente Regionale Vittorio Bini.
Il presidente Valter Baroncini, da pochi giorni diventato Papà, ha lasciato subito la parola a Vittorio Bini, il quale si è riallacciato alla riunione dell’anno passato, in cui ci eravamo lasciati con la celeberrima frase che l’Osservatore pronunciò a Roberto Rosetti al termine della finale degli europei: “Nobody talks about the referee”. Vittorio Bini con tale citazione ha affermato con fermezza, serenità e pacatezza, tipica di colui che riesce a farsi comprendere con la forza delle parole, che l’arbitro deve sempre tenere degli atteggiamenti corretti
La platea ha attenzionato ogni singola parola del vicepresidente regionale, con profonda condivisione del suo pensiero, accompagnando con un forte e scrosciante applauso la frase con la quale si è esplicato il termine “divertimento”: “chi si comporta scorrettamente non trova una soddisfazione, un piacere e una gioia di divertirsi”. Spesso ci si concentra più sul farsi rispettare con la forza derivante dal ruolo, temendo una qualsivoglia opposizione di uno dei partecipanti al giuoco, dimenticandosi quanto sia importante essersi divertiti al termine dei novanta minuti: è fondamentale portare rispetto a coloro che prendono parte al gioco ed è indubbiamente doveroso onorare il proprio impegno verso se stessi e verso gli altri.
Le parole di Vittorio ancora riecheggiano nell’aula nella quale si è tenuta la riunione, perché spesso si parla di quanto sia importante far bene tecnicamente, ma si trascura che il comportamento è l’essenza dell’arbitraggio: un arbitro deve saper distinguersi per qualifiche morali, per correttezza, per imparzialità, per il suo essere uomo di responsabilità e rispetto in campo ed essere uomo di responsabilità e rispetto nella vita. È importante non dimenticare mai questi concetti, perché un bravo Arbitro deve saper conciliare queste virtù nella sua figura, distinguendosi per valori univoci che la classe arbitrale nella sua quasi totalità possiede. Altra riflessione di profondo rilievo sta nell’asserire: “le nostre competenze psicologiche sono sempre migliorabili e quindi bisogna lavorare sulla capacità di concentrarsi e di stare calmi quando tutti non lo sono: dovete sempre avere un atteggiamento positivo, poiché così date più valore a quello che fate e, in tal modo, anche gli altri lo percepiscono”
Bellissima è stata la metafora nella quale si fa riferimento a tre operai, che fanno tutti il medesimo lavoro, ma quando viene chiesto loro cosa fanno il primo risponde “spacco le pietre”, il secondo risponde “mi guadagno da vivere”, il terzo risponde “contribuisco alla creazione di una grande cattedrale”: “l’atteggiamento è una piccola cosa, che fa una grande differenza. Il duro lavoro deve rappresentare per voi il ponte tra i sogni e la realtà: chi fa tanti sforzi e lavora tanto è sempre pieno di speranza”.
Prima di lasciare la parola al Presidente Trefoloni, Vittorio ha citato una frase Cassius Clay di “I campioni non si fanno in palestra, I Campioni si fanno con qualcosa che hanno nel loro profondo, un desiderio una visione e un sogno: voi sognate e raggiungete i vostri scopi”.
Trefoloni, con il solito piglio e la solita schiettezza, ha motivato i giovani appartenenti all’Organo Tecnico Sezionale invitandoli a non demordere e a crederci e ad avere un forte senso di appartenenza al gruppo: Il gruppo è fondamentale per crescere insieme tecnicamente e caratterialmente, la coesione e il gioco di squadra stanno alla base del successo: “bisogna che vi diate una mano l’un con gli altri, perché quando una sezione va bene, incredibilmente vanno bene quelli che arrivano, vanno bene quelli nel mezzo e vanno bene quelli al vertice; viceversa quando una sezione fatica, faticano tutti; fare questo costa notevole impegno, però fare questo è anche una cosa che dà una grossa soddisfazione. “Sezione” vuol dire avere la saggezza di fare le cose insieme, i più piccoli e i più grandi insieme, passo dopo passo”.
Qualche raduno fa Matteo ci mostrò un video tratto dal film “Ogni Maledetta Domenica”, con protagonista Al Pacino, con lo scopo di far entrare nella testa, agli arbitri regionale, il concetto di gioco di squadra: “dovete guardare il compagno, guardarlo negli occhi. Nei suoi occhi vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, nei suoi occhi vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che, quando sarà il momento, voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra, perciò noi o giochiamo come collettivo o saremo annientati individualmente”
Altro tema chiave è quello del Buon Senso, che è identificato dalla fantomatica regola 18: Trefoloni ha, a mio avviso, espresso un concetto impareggiabile ed eloquente, che riesce a racchiudere il senso di tutta una fantastica serata: “il buon senso non è una cosa che si regala, non è uno scendere a compromessi, è l’esperienza e la saggezza, che fa in modo di usare qualcosa che poi si può riportare via. Voi oggi avete tutti insieme la possibilità di far vedere quello che siete, anche nel buon senso, che è dato dal fare qualcosa che si dà, per poi riprendersela più forte di prima”
In fin dei conti, tutti indossiamo la stessa divisa e ci nutriamo delle stesse passioni, coltiviamo le stesse ambizioni e commettiamo tutti gli stessi errori: nel nostro piccolo, cooperando, non potremo far altro che migliorare e questo non è poco, anzi è una grandissima virtù.
In bocca al lupo a tutti.
Davide Delgadillo