Storico successo della nostra sezione nella terza giornata del torneo “Emanuele Aulisa”. Contro Carrara è finalmente arrivata la prima vittoria da quanto sono state reinserite le sfide amichevoli con le altre realtà arbitrali toscane.
Fino a ieri, la nostra classifica non si era mai mossa più di un punto alla volta, tanté che il primo vero obiettivo di questa edizione del torneo era la conquista delle “tre lunghezze” in un colpo solo.
In passato, alcuni pareggi risultarono particolarmente significativi: si pensi alla rimonta dal 2-0 al 2-2 in un gara contro Lucca, all’1-1 a Prato contro quella che era la capolista o persino allo 0-0 della prima giornata di questa edizione contro Livorno. Si pensi anche alle beffe, una su tutte: il 2-2 contro Prato – ancora loro – quando fummo raggiunti nell’ultimo giro di lancette del secondo tempo.
Le foto
Tutti risultati che riportano alla mente delle soddisfazioni – pure quelli macchiati da un pizzico di rammarico – ma adesso superati dalla prima vittoria, per giunta esterna, della storia calcistica recente della nostra sezione.
La classifica del girone vede adesso Pontedera a quota 4 punti. Peccato per la sconfitta di due settimane fa contro Viareggio quando, nonostante il vantaggio iniziale (su rigore procurato e realizzato di R. Turini), pagammo un forte calo fisico nel finale.
Tabellino
Carrara – Pontedera 0-1, 17-dic-09 ore 21.00 Stadio Comunale di Montignoso (MS).
Carrara: ce ne infischiamo.
Pontedera: L. Zappolini, A. Gini, D. Imparato (M. Mangini), F. Melillo, A. Gini, P. Monti, L. Rocchi, A. Zuanel, G. Gronchi, D. Donzello (R. Pasqualetti), R. Turini. A disp.: G. Arvia, M. Montagnati. All.: D. Vitolo. Folklore: V. Baroncini, M. Orsini, A. Orsini, M. Volpi e l’autiere del pulman che, a parte qualche scavezza collo, ci ha accompagnati tutti assieme nella parte nord-ovest della Toscana.
Arbitro: boh di Pisa.
AA1: D. Palla di Pisa.
AA2: G. Licursi di Pisa.
Reti: G. Gronchi al 29 del 2t.
Note: Carrara ha calciato fuori un rigore al 25’ del 2t. Nessun giallo, nessun rosso.
C’era una volta uno squadra senza idee, senza senso tattico, praticamente allo sbando. C’era una volta una squadra dalla goleada facile per chi l’affrontava, come dimenticare i mitici 7-0 a Pisa, a Livorno o a Empoli, per non parlare di tutta una schiera di 5-2 o 5-1 sempre a favore dei non pontederesi. C’era una volta una squadra disunita, senza leader, senza allenatore (o solo qualcuno che almeno ci provava), dove un giocatore poteva permettersi d’andare a fare la punta autonomamente quanto invece il suo ruolo era quello di difensore centrale. C’era una volta una squadra molte volte ridicola, a parte qualche circostanza in cui l’orgoglio permetteva di andare oltre le reali possibilità, impedendo l’ennesima batosta.
C’è adesso una squadra più unita, che mantiene le posizioni, con un proprio leader e un proprio allenatore. Una squadra che cerca di giocare il pallone o quantomeno di non relegarlo all’avversario in anacronistici dribbling nella sua area di rigore. Una squadra degna di tale nome e che ha scoperto una nuova sensazione: quella della vittoria. Una squadra che deve continuare sul cammino appena intrapreso.
Arriveranno altre sconfitte (quando s’incontra qualcuno di più forte perdere è spesso inevitabile), ma con un simile atteggiamento, a patto di non perderlo credendosi invincibili dopo un risultato a tutto tondo, potranno arrivare altre soddisfazioni.
Non disunirti Nuova Squadra, ne potrebbero risentire il divertimento e gli ulteriori punti conquistabili.
Un po’ di cronaca prima delle pagelle.
Carrara – Pontedera ha vissuto su un possesso palla nettamente a favore nostro. Già nel primo tempo siamo riusciti ad essere pericolosi in più di un’occasione, in particolare con tiri da fuori.
Mancava soprattutto l’ultimo passaggio e la precisione nelle battute a rete o per dirla in poche parole: la sicurezza dalla tre quarti offensiva in avanti.
Nella ripresa, dopo un inizio un po’ difficoltoso, la nostra manovra ha ripreso a scorrere spedita. Il gol sembrava nell’area: da ricordare una punizione di Turini da posizione defilata, qualche conclusione incrociata nel neo-entrato Pasqualetti e uno splendido destro a giro di Leonardo Rocchi, uscito di un niente dall’incrocio dei pali.
Tuttavia, proprio nel momento in cui persino Carrara era pronta a capitolare, abbiamo avuto il cosiddetto braccino, leggasi paura di vincere, tanto da regalare un calcio di rigore.
Un lancio lungo a tagliare la difesa permetteva all’attaccante carrarino d’incunearsi in area di rigore riuscendo, spalle alla porta, a trovare un penalty da tre punti.
Nonostante una partita di rimessa, in netta difficoltà contro la nostra organizzazione, Carrara era riuscita a raggiungere “il punto culminante del successo”. Sul dischetto si è presentato Danilo Rocchi (lo stesso che si era procurato il tiro dagli undici metri), il quale però ha calciato malamente a lato, ipnotizzato dal nostro portiere Luca Zappolini.
Quando si raggiunge il punto culminante del successo – cioè la reale possibilità di sferrare il colpo del Ko, noi c’eravamo avvicinati ma Carrara col rigore l’avevano pienamente raggiunto – sprecarlo significa spostare definitivamente l’inerzia dall’altra parte: in questo caso dalla nostra.
Forti di una vena appena ricaricata, sono bastati pochi minuti per scardinare la difesa avversaria. Con un azione insistita sulla destra abbiamo costretto Carrara ha rifugiarsi in calcio d’angolo: dalla bandierina Pasqualetti ha inventato una perfetta traiettoria, sulla quale Gabriele Gronchi ha svettato più in alto di tutti per la rete del vantaggio e della vittoria.
Carrara non ha più reagito. Negli ultimi minuti abbiamo sfiorato più volte il gol della sicurezza, soprattutto con Pasqualetti, ma al triplice fischio è stata comunque festa.
Pagelle
Luca Zappolini 7,5: l’influenza di Casalini lo ha proiettato n. 1 a tutti gli effetti, ruolo in cui si era già cimentato con ottimi risultati nel primo tempo nella sfida casalinga con Livorno. Durante il lancio della monetina, da sempre prerogativa dei capitani e dei portiere delle rispettive squadre, i carrarini hanno notato la sua espressione un po’ così, la sua espressione da: “Ma c’è o ci fa?”. Pronti via, credendo di avere di fronte un gelato alla crema pronto a sciogliersi nonostante il freddo, hanno tentano il tiro da distanza siderale. Luca ha però sempre risposto presente, confezionando un’ottima gara. Nel primo tempo, da ricordare un parata e un uscita; nella ripresa, un altro intervento a pugni chiusi e soprattutto la sua faccia “un po’ così” che ipnotizza l’attaccante avversario al momento del rigore, costringendolo a sbagliare malamente. Lunatico.
Federico Melillo 7: ha iniziato senza sbavature e in piena forma fisica e mentale. Come al solito stava urlando a destra e manca contro il malcapitato di turno, reo di non essersi comportato al meglio. Lui è così, quanto non mostra tali atteggiamenti significa che non è in serata. Si è esibito anche in alcune scorribande da attaccante aggiunto, peccato in qualche occasione abbia ceduto il pallone con troppo ritardo, permettendo alcuni contropiedi avversari mica da ridere. Dal centrocampo in avanti chi lo guarda pensava: “Adesso la passa, adesso la passa, adesso la passa… passala!!! Ecco, l’ha passata agli altri, maremma…”. Nell’intervallo ha compreso i suoi errori non ripetendoli nella ripresa anzi, tranquillizzandosi, ha giocato ancora meglio, anche quando è stato spostato centrale dimensioni dopo l’infortunio d’Imparato. Saggio.
Domenico Imparato 6,5: gioca un tempo priva di uscire causa strappo muscolare dovuto al freddo. Da sfaticato qual è, il riscaldamento pre-partita l’aveva effettuato al risparmio, risultato: infortunio. A fine gara ha incolpato la bassa temperatura e il fatto di essere stato poco impegnato e quindi costretto a “ghiacciare” per mancanza di mobilità. Certo lui non aveva messo in pratica niente per evitare tale rischio: non si ricordano suoi movimenti sul posto o qualche scatto a palla lontana come insegnano alla scuola calcio. Se uno è sfaticato è sfaticato.
Ad ogni modo, pur con un solo tempo giocato, ha dimostrato ancora una volta d’essere un perno inamovibile della nostra difesa. Talmente privo di sbavature da zittire capitan Vitolo che al contrario delle altre partite non ha avuto nessun appiglio per funestarlo. Rivendicato.
David Vitolo 7: il voto è frutto di una media matematica tra il suo doppio-triplo-quadruplo-quintuplo ruolo di allenatore-dirigente-referente atletico-capitato-giocatore… vanno ricordati tutti, altrimenti mette il broncio e smette di leggerci.
Sul pullman, al ritorno, i suoi “subalterni” gli hanno dedicato un brano: “Largo al factotum”, chiaro riferimento al barbiere di Siviglia rossiniano dalla gente ricercato e pieno di compiti a destra e a manca.
Per quanto riguarda il ruolo di organizzatore e allenatore merita un 9. Per la prima volta nella storia della nostra sezione, ha organizzato un autobus per la trasferta fortificando lo spirito di squadra in vista di una partita d’indubbia importanza, chapeau. Anche sul piano tecnico-tattico non ha sbagliato un colpo. Il tanto bistrattato 4-1-4-1 è ormai una garanzia e si è anche dimostrato in grado di correggerlo a seconda dei calciatori a disposizione. Quando Imparato è stato costretto ad uscire, ha azzeccato la mossa spostando Melillo nel mezzo e inserendo Mangini terzino destra; giusto anche consegnare la fascia destra a Pasqualetti (al rientro dopo un anno da desaparecido), dopo l’abbandono di Donzello. Perfetto.
Le dolenti note, il buon David, le ha toccate nel suo compito di capitato e giocatore, dove invece merita un 5. In una strofa di “Largo al Factotum”, il barbiere di Siviglia sottolinea: “Tutti mi vogliono, tutti mi cercano. Donne e ragazzi, vecchi e fanciulli…”. Figaro, da buon personaggio al centro della scena, si tiene giustamente strette le sue donne, i suoi ragazzi, i suoi vecchi e i suoi fanciulli. Vitolo, purtroppo, non ha tenuto lo stessa atteggiamento nei confronti dei suoi giocatori; a Montigono ha rischiato più di perdere la sua aura, che per altro possiede, di leader. Soprattutto nel primo tempo, ha esagerato in critiche ingiuste a questo o a quello sul piano del gioco, quando era invece evidente la supremazia sugli avversari. Anziché mettere zizzania avrebbe dovuto spronare in altro modo: tutto poteva affermare, tranne che chi aveva messo in campo stesse disattendo le sue consegne o che non stesse provando a vincere una partita alla portata della nostra sezione.
Forse la sua frustrazione derivava dal suo non essere in forma. Sin dai primi minuti si è dimostrato in notevole difficoltà sui lanci in verticali e in più di una circostanza ha concesso troppo spazio alla punta avversaria, culminando col calcio di rigore, da lui commesso, che avrebbe potuto far scivolare Pontedera nel baratro.
Due facce.
Alessio Gini 8: chi era in panchina (presidente e vicepresidente su tutti) lo ha eletto miglior giocatore della serata. In premio c’erano un paio di mutante sporche e non lavate, indossate da Valter Baroncini nell’ultima impresa calcistica della sezione in cui lui era in campo – quindici anni fa.
In effetti Ale, durante la partita, ha sbagliato poco o nulla; dalla sua parte non ha mai fatto breccia nessuno e anche se qualcuno riusciva un minimo ad incunearsi sapeva benissimo come fermalo. Ottime le sue rimesse laterali così come i suoi lanci, da sempre botte feroci. L’unico vero rischio l’ha corso quando si è visto franare addosso capitan Vitolo il quale, dopo aver anticipato un avversario, non poteva più evitarlo. Nonostante il forte colpo, il nostro Mvp (most valuable player) era consapevole di non poter abbandonare la squadra sull’1-0 e con la prima vittoria da portare a casa. Tenaglia.
Leonardo Rocchi 7: data una forma fisica ancora precaria doveva essere uno dei premi ad uscire, invece gestendosi al meglio è riuscito ad arrivare in fondo. Leo ha preso presidio della fascia sinistra e aiutato da uno splendido Gini, pronto a coprirlo, si è preso giustamente delle licenze offensive. Sopperisce alla mancanza di fiato col senso tattico, venendo fuori incredibilmente alla distanza (aiutato nella ripresa anche da un dirimpettaio per niente irresistibile). Ad un certo punto ha provato ad illuminare la serata con un destro da fuori (dal vertice sinistro dell’area verso il sette del secondo palo) che se fosse entrato (questione di centimetri) sarebbe stato un gol da mille e una notte. Fiabesco.
Alessandro Zuanel 7: sapeva di doversi riscattare dopo una prova non all’altezza della sua fama contro Livorno e un’assenza ingiustificata contro Viareggio. A Montignoso, Alessandro è entrato in campo con lo spirito giusto, senza risparmiarsi e correndo oltre le proprie possibilità. Ha esibito colpi di tacco, di prima e buoni dribbling; qualche volta ha esagerato nel tenere palla, ma è anche ciò che gli viene chiesto. Zuanello è uno dei migliori dal punto di vista tecnico e uno dei pochi in grado di saltare l’uomo, onde per cui è giusto concedergli una certa libertà. Rigenerato.
Gabriele Gronchi 8: quando il suo lavoro non lo trattiene è impossibile non convocarlo. A centrocampo ha spadroneggiato, recuperando una marea di palloni e proponendosi appena possibile. Suo il gol della vittoria, dove si è fatto trovare al posto giusto per insaccare di testa il perfetto calcio d’angolo di Pasqualetti. Gabriele ha dato sicurezza a tutti i reparti, favorendo il gioco a discapito del “palla lunga e pedalare” Chissà quando sarà ancora disponibile, speriamo il prima possibile. Fantasmagorico.
Daniele Donzello 6,5: ha giocato quaranta minuti da esterno di destra. Sapendo di doversene andare a fine primo tempo non si è centellinato. Si è fatto notare sia imbeccato da verticalizzazioni, sia in fraseggi nello stretto coi compagni di reparto. Spesso ha fatto pesare la sua velocità contro chi gli si parava di fronte. Più volte ha tentato il tiro, ma mai con precisione. Forse, il movimento di gambe al momento di concludere in porta non è ancora sinuoso e melodico come si richiede ad un ballerino calcistico come lui. Tango (ogni riferimento a persona o cosa è puramente casuale).
Riccardo Turini 6,5: Contro Livorno si era lamentato per la mancanza di palloni giocabili (in effetti col catenaccio che mettemmo in campo). Contro Viareggio aveva ripetuto la stessa zolfa seppur con meno enfasi. Contro Carrara è stato accontentato, ricevendo un numero di palloni impressionante. Peccato fosse lui a non essere al top della forma; più volte in campo ha confessato: “Faccio fatica”. Qualora fosse stato quello delle partite precedenti un gol l’avrebbe realizzato. Ciò non significa che non abbia dato il suo contributo. Essendo l’unica punta da lui ci si aspettava che facesse salire la squadra, anche se ama maggiormente essere mandato nello spazio. Durante l’intero arco della sfida ha messo in pratica sia il primo che il secondo metodo, puntando l’uomo e giungendo al tiro. Da rivedere sui fuorigioco, troppe volte oltre la linea del penultimo difensore. Allineato ma non troppo.
Maurizio Mangini 6,5: gettato nella mischia dopo il forfait d’Imparato, ha svolto il compito terzino destro (lui è mancino) senza troppo ferire sulle coronarie altrui, nel senso che non si p esibito in sbavature da attacco di cuore come in passato ci ha spesso abituato. Eccetto un perfetto liscio su una palla alta, il Magio ha giocato al meglio delle proprie possibilità. A quanto pare le partite del lunedì 7 contro 7 (indispensabili per tutti), in cui viene spesso schierato in quel ruolo, lo stanno aiutando a comprendere al meglio i meccanismi e a capire che deve intervenire di prima. Raziocinante.
Riccardo Pasqualetti 7: assente dagli eventi associativi da oltre un anno, il fatto che avesse risposto alla convocazione era già una notizia. Ce lo ricordavamo lento, impacciato e con pochissima autonomia (intorno ai cinque minuti). Subentra a Donzello stupendo tutti: scatta, corre e tira più e più volte lungo la fascia destra, sorprendendo chiunque si ricordasse la sua vecchia versione. Fantastico il calcio d’angolo col quale imbecca Gronchi per la rete dell’1-0. La sua prestazione sarebbe stata una perfetta (e relativo voto migliore) se nel finale non si fosse divorato due gol già fatti. Nel primo caso ha sparato a lato a tu per tu col portiere; nel secondo, a porta praticamente sguarnita, anziché tirare al volo ha preferito gingillarsi perdendo l’attimo buono.
Divoratore (di fascia per vi ha corso sopra e di gol).
La strana coppia 7,5: l’ultima volta che Valter Baroncini e Mario Orsini erano presenti assieme ad un evento calcistico sezionale era lo scorso 1 maggio al torneo “Pucciarelli” a Pisa. Tutti sappiamo come è andata. Ieri sera, di nuovi presenti a braccetto e di nuovo un risultato da ricordare. Talismani.
William Deckard